Long-Covid: tutto ciò che sappiamo.

Tra le molte cose che la pandemia di Covid-19 ha portato con sè c’è anche la questione relativa al protrarsi dei sintomi anche dopo la guarigione dal virus. 

Questa particolare condizione, tutt’oggi argomento di studio, può colpire fino ad una persona su due, potendo lasciare strascichi anche a distanza di mesi. 

I sintomi, che possono persistere dalla contrazione del virus o svilupparsi anche successivamente alla guarigione sono tra i più disparati e riguardano numerosi organi. 

Sintomatologia

Le manifestazioni generali più frequenti includono:

  • Astenia importante e persistente (il sintomo documentato con maggiore frequenza)
  • Anoressia
  • Debolezza muscolare
  • Febbre recidivante
  • Dolori diffusi
  • Mialgie e artralgie
  • Peggioramento della qualità della vita

Andando più nello specifico i disturbi si dividono in: 

  • Respiratori: dispnea, tosse persistente e diminuzione della capacità di espansione della gabbia toracica.
  • Cardiovascolari: senso di oppressione e dolore al petto, tachicardia e palpitazioni al minimo sforzo, aritmie e variazione della pressione arteriosa.
  • Neurologici: cefalea che può insorgere come sintomo nuovo oppure come peggioramento di sintomatologia preesistente: gli attacchi possono essere più frequenti o il dolore può durare più a lungo del solito; deterioramento cognitivo, che si manifesta con difficoltà di concentrazione e attenzione, problemi di memoria, difficoltà nelle funzioni esecutive (soprattutto in chi è anziano e/o già con deficit cognitivi); neuropatie periferiche e disautonomia, ovvero il malfunzionamento del sistema nervoso autonomo o vegetativo che controlla le funzioni corporee involontarie.
  • Modifiche dell’olfatto, del gusto e dell’udito: disturbi di olfatto, quali iposmia o parosmia, disfunzioni della deglutizione e del gusto (il cibo può avere un sapore insipido, salato, dolce o metallico), acufeni, otalgia, disfonia e mal di gola (fastidi come dolore, tosse irritabile, sensazione di ristagno di muco nella gola e sentire il bisogno di schiarirsi la gola).
  • Gastrointestinali: perdita di appetito, nausea, vomito, dolori addominali, diarrea, dispepsia, reflusso gastroesofageo, eruttazione, distensione addominale. Attualmente diversi studi stanno valutando le conseguenze a lungo termine di Covid-19 a livello gastrointestinale compresa la sindrome del colon irritabile post-infettivo.
  • Dermatologici: la manifestazione cutanea più comune è l’eritema pernio (volgarmente detto “gelone”), seguita dalle eruzioni papulo-squamose (ossia caratterizzate da rossori, gonfiori e bolle squamose) e dai rash. Altre conseguenze possono essere l’alopecia, con durata tuttavia inferiore a sei mesi. Riguardo alle patologie immunomediate con manifestazioni dermatologiche, sono stati descritti casi di riacutizzazione di psoriasi e comparsa di forme latenti.
  • Ematologici: è stato osservato soprattutto lo sviluppo della malattia tromboembolica venosa in fase post-acuta di CoViD-19.
  • Endocrinologici: chetoacidosi diabetica di nuova insorgenza (senza una diagnosi precedente di diabete mellito) e tiroidite.
  • Psicologici/psichiatrici: sonno poco riposante e non ristoratore, malessere cronico, depressione del tono dell’umore (sentirsi triste, irritabile e insofferente verso gli altri, perdere interesse in attività che prima piacevano, trovare difficile prendere decisioni, avere pensieri negativi), ansia, delirium e psicosi. La distanza sociale obbligatoria ha senz’altro acuito tali disturbi. Alcuni pazienti possono presentare sintomi collegati a disturbo da stress post traumatico.

Diagnosi

Purtroppo al momento non è possibile verificare la presenza del disturbo in maniera accurata attraverso esami specifici, nè il tampone molecolare o antigenico né il test anticorpale per Covid-19 costituiscono un prerequisito per la diagnosi che è prettamente clinica e si basa su una storia di Covid-19 e un mancato recupero completo con lo sviluppo di alcuni dei sintomi tipici.

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